Bianco di Spagna, alla ricerca dell’identità

“Quando ho letto Bianco di Spagna mi sono sentita tristissima per non essere stata capace di vederti, poi ho capito che in fondo hai un’anima sola. Che sia quella di Adrien o di Virginie, sei la stessa persona, la tua anima non ha genere. Non ci si avvicina alle persone perché sono maschi o femmine, ma per quello che emanano”.

Sono le parole che Nina dice all* amic* d’infanzia, nel romanzo Tre di Valérie Perrin.

Sullo sfondo di un testo avvincente che ho letto quasi tutto d’un fiato, in tre giorni o meglio in tre notti, ha risuonato in me il leit motiv dell’identità.

Tutti i personaggi del romanzo, in un modo o in un altro, sono alla ricerca della propria identità in ogni sua sfaccettatura.

Chi sono? Chi sento di essere? Mi riconosco nel corpo che abito, nel luogo in cui vivo, in ciò che faccio? Questa ricerca intima, profonda, accomuna molti di noi e -nella mia esperienza almeno- quando ci avviciniamo a sentirci connessi con chi siamo, allora ciò che emaniamo è ancora più forte, autentico, coinvolgente.

La ricerca dell’identità, di ciò che Hilman chiamava ghianda, ha un’assonanza profonda con il modo in cui viviamo i diversi ruoli che interpretiamo nella vita: da quelli familiari a quelli amicali, a quelli professionali.

Le molte persone che da anni incontro nel mio lavoro me lo rimandano di continuo.

In una sessione di coaching, è quando si tocca il “chi” e non solo il “cosa” che il registro cambia e la persona si apre ad una nuova consapevolezza.

Il linguaggio, attraverso il dialogo in cui si esplicita, ci rivela a noi stessi e agli altri.

Lo specchio del coach, con la presenza ed un ascolto potente e selettivo, rimanda al cliente ciò che è lì, dentro di sé, palesato eppure celato.

Ed al contempo, il coach stesso si apre ad una maggior consapevolezza di sé, in quella danza con il proprio cliente che è una delle metafore più usate per descrivere il coaching.

Perché anche cliente e coach si avvicinano -e si scelgono– non perché maschi o femmine, ma per quello che emanano e per come risuonano l’un con l’altro.

Come tutto, del resto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *